Air Rage!!!! (il passeggero incontrollabile talvolta morde)

Il comportamento aberrante
le cronache
degli ultimi giorni hanno riportati diversi altri eventi che sono costati dirottamenti e
denunce alle autorità. E quasi sempre gli episodi violenti ed offensivi
avvengono ai danni del personale di Cabina. Purtroppo non si tratta di problemi infrequenti.
Il Comportamento Perturbante di un Passeggero (Disruptive Passenger Behaviour) o Air Rage può essere definito come un comportamento aberrante, anormale e offensivo da parte di passeggeri sia in aeroporto che a bordo di voli commerciali. I passeggeri incontrollabili e violenti creano un rischio importante per la sicurezza dell’aereo e dei suoi occupanti. Possono anche rivelarsi molro costosi per le compagnie aeree. In alcuni casi i comandanti sono stati costretti a dirottare un volo per sbarcare i passeggeri violenti. Britsh Airways sostiene che i costi medi di un extra scalo è di circa 40.000 sterline. (http://www.ad-aero.com/airrage_causes.php).
Il problema dunque è noto e riconosciuto, tanto è vero che le compagnie aeree, inclusa Alitalia, dedicano a questo tema un modulo addestrativo specifico, con procedure ed equipaggiamenti designati all’uopo.
Il Comportamento Perturbante di un Passeggero (Disruptive Passenger Behaviour) o Air Rage può essere definito come un comportamento aberrante, anormale e offensivo da parte di passeggeri sia in aeroporto che a bordo di voli commerciali. I passeggeri incontrollabili e violenti creano un rischio importante per la sicurezza dell’aereo e dei suoi occupanti. Possono anche rivelarsi molro costosi per le compagnie aeree. In alcuni casi i comandanti sono stati costretti a dirottare un volo per sbarcare i passeggeri violenti. Britsh Airways sostiene che i costi medi di un extra scalo è di circa 40.000 sterline. (http://www.ad-aero.com/airrage_causes.php).
Il problema dunque è noto e riconosciuto, tanto è vero che le compagnie aeree, inclusa Alitalia, dedicano a questo tema un modulo addestrativo specifico, con procedure ed equipaggiamenti designati all’uopo.
La Frustrazione
Viaggiante
Cercando di individuare le cause circostanziali di
comportamenti aggressivi alcuni esperti li hanno messi in relazione al consumo
di alcool o di farmaci con effetti disinibitori. Un altro motivo che scatena
reazioni rabbiose generando frustrazione è il divieto di fumare. L’aereo è la tipica situazione nella quale
molte persone sono costrette a condividere uno spazio ridotto per molte ore, e
ciò predispone naturalmente all’aggressività. Viaggiare in aereo comporta anche
l’osservanza di una serie di regole relative alla sicurezza, e purtroppo
queste “imposizioni” scatenano in molti utenti una palese insofferenza. Inoltre diverse
persone reagiscono alla paura del volo con un atteggiamento bellicoso.
Piccole gocce nell’oceano
degli abusi
Ma come sanno bene gli assistenti di volo esiste una vasta
gamma di comportamenti aggressivi ed oltraggiosi meno eclatanti che non si concludono
con un extra scalo, o con interventi di tipo sanzionatorio, ma che vengono
gestiti direttamente a bordo dell’aeroplano, spesso in modo neanche
particolarmente brillante né tutelante per le persone che hanno subito
l’offesa. Affrontare un unruly passenger è una vera rogna: chi
decide il da farsi, che è responsabile di quanto accade in volo, è combattuto tra la voglia
di ignorare la faccenda pregando che questa possa concludersi senza spargimenti
di sangue (in genere chi ha l’ultima parola è il Comandante barricato in
cockpit, che neanche si immagina quello che il carico umano stipato qualche
metro indietro è in grado di inventarsi…), magari a tarallucci e vino, e tra la
necessità di ribadire ai passeggeri e all’equipaggio dove risiede l’autorità ed
a richiamare agli attori i principi
della convivenza civile e della buona educazione. Spesso per quieto vivere si
preferisce lasciar correre, oppure si sceglie di intervenire in modo neutro senza sanzionare
in modo deciso chi commette atti abusivi, specie quando si tratta di un cliente, e ciò provoca reazioni di
frustrazioni da parte dei malcapitati vittime delle aggressioni. Credo che ciò sia accaduto perlomeno una volta nella carriera di tutti i front liner.
La legge del
prepotente.

Lei non sa…
Le condotte aberranti da parte dei passeggeri sono aumentate
nella frequenza, e se ciò è in parte ascrivibile al fatto che il numero delle
persone che viaggiano in aereo è cresciuto, e la loro provenienza è molto
varia, e che spesso si viaggia in gruppo e ciò può stimolare
comportamenti scorretti e de-personalizzati, tuttavia va rilevato che non necessariamente gli
eventi negativi si innescano unicamente nelle classi economiche: alla base di molti comportamenti aggressivi
c’è spesso l’atteggiamento supponente di coloro che sono abituati ad avere a che fare con
sottoposti che eseguono prontamente i loro ordini. Si tratta del momento epico
del “lei non sa chi sono io” che con frequenza regolare si palesa a bordo degli
aerei (e in qualsiasi altra fornitura diretta di servizi). E’ il caso ovviamente della dirigente coreana il cui comportamento
riflette convinzioni sociali verticistiche ed elitarie, che sfocia nell’abuso
rispetto ai più deboli.
Il cliente ha sempre
ragione?

…ma anche no!
Virgin,Southwest e Continental.

Servilismo vs
Sicurezza???
Quanto detto ovviamente vale per tutti i lavori che
prevedano contatti col pubblico, a maggior ragione quando la gestione di
relazioni difficili può compromettere la sicurezza come nel caso di un
aeroplano, dove alcuni comportamenti DEVONO essere prontamente fatti rientrare
(fumo in toilette, consumo di alcool) in modo anche secco e impositivo quando
la gentilezza non funziona. Il rischio è che per quieto vivere si lasci correre
anche sulle cose vitali: perché ci è stato detto che il cliente ha sempre ragione e per la paura di accollarci conseguenze spiacevoli legate alla policy aziendale.
Tutto questo non implica naturalmente che non esistano
atteggiamenti di maleducazione da censurare prontamente da parte degli addetti, ma
qui si parla di altro. Si parla del fatto che in nome della centralità del
cliente non si può arrivare a far maltrattare gratuitamente le persone, mettendone a rischio l'incolumità fisica e morale, del soggetto e degli altri clienti, e la capacità di soluzione autonoma dei problemi insieme alla motivazione al lavoro. E le conseguenze di queste scelte non sono prive di costi economici.
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