Alitalia e le uniformi della discordia
Va bene, una divisa può anche non piacere. In fondo è un
capo di abbigliamento. Nulla da eccepire sul rosso o sul verde di per sé, ma
diciamocelo, insieme fanno a pugni. Certo, in natura sono presenti, spesso, nei
peperoni, per esempio, nei pomodori, nei papaveri. Nei manufatti umani si trovano
talvolta combinati, come nei semafori. O nelle decorazioni natalizie. E
nella bandiera del nostro paese: sarà questo il richiamo allo stile italiano?
Per il resto stenderei un velo pietoso, soprattutto sull’imposizione delle
calze colorate a 70 denari (rosse o verdi, in contrasto col resto
dell’uniforme). Le calze, destinate a essere indossate sempre, quindi anche nei
piazzali aeroportuali nostrani con temperature estive che raggiungono e
superano i 40°, hanno il difficile compito di massacrare esteticamente anche le
gambe più belle. Figuriamoci cosa ne faranno di quelle che hanno subito 13 ore
di volo oppure un numero imprecisato di decolli e atterraggi.
La povera Costanza, l’addetta social Alitalia, costretta a
rispondere alle molte critiche sollevate sui social dal popolo della rete, al
momento della rivelazione planetaria del nuovo look, ha avuto un gran da fare:
per carità, alcuni hanno entusiasticamente approvato la novità, d’altronde la
vecchia uniforme è in uso dal lontano ’98 e c’eravamo tutti un po’ stufati di
vederla. Molti però hanno fatto notare che, colori a parte, riprende quella di
Etihad. Bella scoperta: non è un caso, le menti che l’hanno partorita sono le
stesse. E di certo la novità non ha entusiasmato chi la deve indossare. Soprattutto
in volo. E soprattutto le donne.
Francamente, il servizio fotografico dedicato all’aerolinea sul sito dello stilista Ettore Bilotta disturba: perché la vera novità di questa uniforme è che è stata radicalmente rinnovata
anche quella degli uomini (trasformata in un vestito ben lontano dal doppiopetto di
foggia militare simile a quello dei piloti- e tocca domandarsi il significato
di questa separazione tra le due categorie), tuttavia la figura maschile è presente, nella campagna, in una
sola foto, il che ci riporta alla questione centrale, che riguarda appunto l’uso
dell’immagine femminile dietro questa
operazione. Prendete la foto delle modelle travestite da hostess sdraiate sul
fieno. Oppure quella dove sono sedute in maniche di
camicia sui muri del
Lungotevere. Ma che messaggio è?
E comunque: le modelle appunto sono modelle. E le foto sono
foto: osare sui cartelloni può essere anche divertente, con qualche limite. Il
personale Alitalia è invece composto da donne vere, che, nella maggioranza dei
casi ha superato da un po’ la ventina. Alitalia sta, ahinoi, fra quelle tradizionali
compagnie occidentali dove persino i front liner fanno una cosa ovvia:
invecchiano, esattamente come ogni lavoratore, col benestare di un governo che
decide che al lavoro ci si deve rimanere fino ad età avanzata. Per legge. E
dovrebbero poterlo fare con rispetto altrui e dignità. Invece le indicazione date allo
stilista che ha partorito la novità non hanno minimamente tenuto conto né della
popolazione effettiva che indosserà l’uniforme né di quello che di questa ci si
deve fare: e cioè lavorarci. Incuranti dell’evoluzione del trasporto aereo nel
mondo occidentale, la nuova Alitalia ha riportato indietro
di mezzo secolo l’immagine delle assistenti di volo. L’hostess è tornata
a dover essere giovane e carina per l’eternità. Certo le compagnie orientali e
quelle in forte ascesa provenienti dai paesi del Golfo Arabo hanno personale giovane
in rapido turn-over. L’ingresso di queste ultime nel teatro europeo, oltre ad
apportare una fonte di concorrenza iniqua (spesso queste sono finanziate dai
governi, a differenza di quelle europee per le quali è vietato il finanziamento pubblico, secondo normative comunitarie) dà l’accesso
anche ad aspetti culturali che sembravano superati nel
vecchio occidente. Già da qualche tempo
la compagnia ex tricolore ha deciso di imporre il rossetto di colore rosso acceso
a tutte le front liner, indiscriminatamente, perché Alitalia, pare si sia
detto, deve essere ricordata per il rossetto delle sue addette (e c'è un richiamo all'idea pesino nel nuovo spot). L’idea
basterebbe da sola a provocare inquietanti interrogativi, e magari anche
qualche accenno di ribellione.
Alcune dissidenti, che hanno
avuto l’ardire di presentarsi in azienda con rossetti meno accesi sono state ignominiosamente rimandate al mittente (nella neo istituita
sala trucco). Inflessibili anche coi capelli, rigorosamente legati secondo le
indicazioni di un team d’esperti, senza possibilità di variazione, adesso i
tiranni dell’immagine AZ trovano l’appoggio incondizionato anche nel cappello a
terrazzamenti delle cinque terre, che pare sia obbligatorio indossare con il
viso scoperto. Quindi se non hai venticinque anni ed i capelli lunghi, problemi
tuoi. Punto. Il messaggio è che devi essere ornamentale, prima di tutto,
secondo canoni generici e omologati. La pratica, che va ben oltre la necessità di
mantenere un aspetto gradevole e curato (secondo le indicazioni fornite a chi
si accingeva a presentare domanda già una trentina d’anni fa), massacra l’amor proprio delle lavoratrici alle
quali viene imposto acriticamente un look omogeneo adatto ad una ventenne che le
fa sentire ridicole ed inadeguate, grazie al look retrò, alle calze colorate e all’improbabile
cappellino. Era davvero necessario? O si tratta di una sorta di messaggio
neanche troppo cifrato? Per non mortificare chi la indossa, un’uniforme
dovrebbe essere universalmente compatibile e possibilmente sobria: prendete la
divisa di Lacroix di Air France, elegantissima e portabile, o quella di
Lufthansa, col suo versatile blu. Per esempio. La nuova Alitalia ha deciso
invece di affidare la sua immagine a delle Barbie travestite da elfi natalizi. Bella differenza con le compagnie del nordico occidente alle cui assistenti di volo è felicemente concesso di invecchiare dentro
uniformi che dignitosamente rispettano il trascorrere del tempo.
Come fa una persona che porta un abito che la mette a
disagio ad esprimere eleganza? Dove sono finite le intuizioni rivoluzionarie di Coco Chanel
di più di un secolo fa?
Ps. Ai critici della critica: Alitalia doveva investire in
eventi comunicativi, ed anche nell’ottimo spot, il rilancio passa necessariamente da qua. Tuttavia è vero, la nuova Alitalia
nella nuova Italia ha molti comportamenti discutibili verso i lavoratori, a partire
da tagli, dai licenziamenti e altre nefandezze come la libera interpretazione
delle leggi per le tutele sociali. Vero: bisognerebbe occuparsene. L’uniforme
sembrerebbe un problema minore, tuttavia non bisogna sottovalutare come essa sia inevitabilmente legata alle idee e alle pratiche rispetto al genere e come rischi di
ripristinare un sistema di diseguaglianze culturali e concettuali che sembrava
superato. Lasciare che alcune cose
accadano senza neanche vederle vuol dire ridiscendere velocemente la
china, faticosamente scalata dalle nostre madri, verso un diffuso concetto di
ineguaglianza. L’indifferenza verso certi segnali è decisamente preoccupante, talvolta più dei segnali stessi.
che dire ECCEZIONALE!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaFrancesca, tutto tragicamente vero... Che tristezza...
RispondiEliminaFrancesca, tutto tragicamente vero... Che tristezza...
RispondiEliminaBrava Francesca!
RispondiEliminaTi sei dimenticata di noi maschietti vestiti come conducenti di carrozze del 1800...
Senza dimenticare che nel deprecabile caso di emergenza siamo riconoscibili solo da una misera spilletta sul bavero della giacca. ..
non ho dimenticato, Ugo, questa uniforme esprime in totol'idea della nuova azienda di quello che sono gli assistenti di volo, amputando la parte centrale della loro professionalita. Ne sono consapevole, ahimè
EliminaBrava Francesca!
RispondiEliminaTi sei dimenticata di noi maschietti vestiti come conducenti di carrozze del 1800...
Senza dimenticare che nel deprecabile caso di emergenza siamo riconoscibili solo da una misera spilletta sul bavero della giacca. ..
Bell'articolo Non avresti potuto scriverlo meglio
RispondiEliminaHai dimenticato di sottolineare la poca praticita' Mancano tutte le tasche e la borsetta non ha la tracolla ....un po scomoda no?
Direi che è l'unica cosa che da sempre è in grado di fare (male) Montezemolo. Comunicazione stile anni 80. Tutta la mia solidarietà.
RispondiEliminaIo, anche se non direttamente coinvolto (sono uscito da AZ molto,molto tempo fa....), biasimo davvero all'ennesima potenza la scelta delle nuove uniformi, fatta nei confronti degli AA/VV tutti(uomini e donne).L'analisi davvero non fa "una piega" , perché fotografa la realtà che riguarda la "popolazione"in servizio e ,mi permetto aggiungere, quanto deciso nei confronti degli uomini, è davvero mortificante, perché dice bene un commento precedente quando afferma che sembrano le uniformi di un "cocchiere" dellla fine '800/inizio '900. Mi dispiace sinceramente per tutti voi, cari Colleghi......anche se i problemi che affrontate/sopportate quotidianamente nel rapporto con l'Azienda ,sono molto,molto più seri e "dolorosi" delle bruttissima scelta fatta a riguardo del nuovo look.
RispondiEliminaPure io ho lasciato az anni fa quando la crisi tocco'il suo apice.
RispondiEliminaNon me ne sono pentito affatto e sono amareggiato nel constatare che e' sempre peggio.
Ero pilota e sinceramente le divise degli av uomini mi lasciavano perplesso ma sono pienamente d'accordo con le considerazioni fatte da Francesca
Che dire?difficile da indossare se non si è taglia 42 ed avere 20 anni.Contrasto calze,non commento.....forse meglio un naturale?Borsa che sembra una piccola valigia,molto scomoda e senza tracolla...ma hanno pensato che, chi indossa una uniforme,ci deve lavorare molte ore e deve essere comoda?E il cappellino 5 terre? Scomodo con elastico che passa dietro le orecchie...è chi ha un taglio corto o medio come se lo mette?Penso che ,prima di tutto,avrebbero dovuto chiedere a chi lavora se era fattibile questa divisa...per comodità non solo per eleganza o accessori.Tutte le divise antecedenti erano eleganti,stile Italiano ,che ha sempre contraddistinto L'Alitalia....queste sono belle ma non di pratico uso,assolutamente.
RispondiEliminaE vogliamo parlare della sicurezza... Questa divisa lascia TOTALE libertà di movimento vedi emergenza ma anche altro? I materiali sono ignifughi? Bastano la lana al 57% ed il resto sintetico (etichetta gonna) per rendere la Divisa sicura dal fuoco?? Se ho solo le scarpe tacco sette evacuo scalza???
RispondiEliminaSono divise ridicole .... in particolare quella per i maschietti .... trasmettono il fuorviante messaggio che siete li solo per piacere del passeggero e non per la sua sicurezza... degradante nella dignità di un ruolo che comunque ha la sua importanza....
RispondiEliminaDirei che e' la goccia che fa traboccare il vaso...ridicolizzati e usati per immagine e servilismo, che ahinoi in molti non vedono e anzi approvano andando incintro a incarichi del piffero mai esistiti nella categoria assistenti di volo....e non e' un non volere evolversi,ma l'essere visto come cameriere e basta e' cio' per cui abbiamo sempre lottato....ci teniamo ancora in molti a definirci assistenti di volo e invece? Ci troviamo a fare le marionette di persone incompetenti, arricchiti e fumeggianti manager che guarda caso a csa loro non son riusciti a lavorare e dove sono andati? Dove il Mondo e' indietro di 50 anni e tutto e' finzione....e ora entrano in casa nostra e col benestare del governo e di dirigentini italiani che vedono e conoscono solo il soldo dsnno loro spazio dittatoriale insensato e patriarcale....dove abbiamo sbagliato? In tutto....e ben presto anche i piloti, che non son altro che autisti per loro avranno la loro botta....ma noi qui tutti zitti e timorosi non aiutati anche da un jobs act appena approvato nel silenzio che da pieno potere mafioso a confindustria e ha cancellato 50 anni almeno di conquiste....
RispondiEliminaUna triste serie di problemi che vanno dall'identità professionale a quella culturale passando per una serie di discriminazioni. Aggiungo, per informazione, che Alitalia Cai, che pure aveva ravvisato la necessità di rinnovare l'uniforme, aveva convocato dei focus group composti dal personale per dare indicazioni su cosa fosse consigliabile, cercando quindi di dare voce a chi l'uniforme avrebbe dovuto indossarla. Di questi buoni propositi nell'azienda attuale non è rimasto davvero nulla. Peccato.
RispondiEliminaSolo una parola : imbarazzanti.
RispondiEliminaMi dispiace per voi e per la nostra cara Alitalia che ormai non è più italiana.
Concordo in pieno con te
RispondiEliminaBuongiorno, sto cercando assistenti di volo o piloti che riedano a Pinerolo o Torino per una consulenza sulla vita della gente dell'aria , e le loro esigenze, per realizzare una APP specializzata. Grazie. Luigi@dellacroce.it 011 9802968. Relativamente alle divise non mi dispiscciono tranne le calze e le scarpe.
RispondiEliminaNon posso che concordare pienamente con l'autrice dell'articolo. Le hostess e gli steward (o, se preferite, assistenti di volo) sono semplicemente ridicoli in quelle uniformi. Le donne, specie se non più giovanissime, fanno pena nel loro completino rosso tutto attillato e calze verdi, con il cappellino terrazzato. Agli uomini, invece, non manca che la frusta ed il cilindro per essere dei perfetti fiaccherai. L'aspetto penoso di queste persone si sposa perfettamente con il declino di una compagnia ormai tenuta a galla con i soldi degli arabi.
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