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Visualizzazione dei post da aprile, 2017

Alitalia: non so, quindi parlo!

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Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori , ed esperti di trasporto aereo. Dev’essere un fatto di sangue, la popolazione è divisa 50% di allenatori di calcio, l’altro 50% di esperti su Alitalia (ovviamente esistono anche gli allenatori di calcio esperti di Alitalia, il che modifica le proporzioni, dato che si sovrappongono...) i quali posseggono la conoscenza inscalfibile delle cause della crisi della compagnia che provvedono senza timore a condividere sotto forma di commenti, lettere e post su feisbuc e tuitter . E naturalmente la colpa è dei dipendenti che hanno: stilato piani industriali fallimentari, scelto un posizionamento incerto, gettato denari in cose inutili, come consulenze, leasing e pubblicità. Incuranti del fatto che persino i quotidiani filogovernativi sottolineano che no, i costi del personale Alitalia non sono superiori a quelli dei competitors, la loro risposta è una sola: tutta colpa di quei viziati dei dipendenti D’altronde, anche i professionisti del

Alitalia Sì o No

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Non è edificante ascoltare gli isterici ultimatum - stile Armageddon - di politici e sindacalisti contro chi è intenzionato a votare No al referendum sull’accordo Alitalia. In questa triste querelle manca tutta la parte relativa all’ammissione di colpa, all’ascolto, alla negoziazione, alla comprensione ed alla mitigazione delle istanze. Invece il dibattito precipita verso uno scontro tra tifoserie esacerbate. E non una parola, se non proprio a difesa, almeno di comprensione delle ragioni delle parti più deboli.Per molti versi si è trattato di un voltafaccia: non è sorprendente che il ministro Calenda, il quale dichiarava solo qualche mese fa che le responsabilità della mala gestione non dovevano ricadere sui lavoratori adesso si esprima a favore dell’accordo sostenendo insieme ai suoi colleghi di governo che il referendum ha da passare e dipingendo gli irriducibili del no come viziati ragazzini irresponsabili? Ma di chi sono queste responsabilità? Non risulta che il

No Alitalia: the day after

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La cosa più difficile sarà leggere i commenti sul NO Alitalia dei soliti esperti universali, senza rispondere d’impulso. Perché al solito, alla fine dei giochi, anche questa volta la patata bollente è toccata al lavoro. In una operazione che invece dichiara tutta l’incapacità atavica dei management, della politica (dare la responsabilità solamente a questi ministri e questo governo sarebbe oltremodo riduttivo) e delle parti sociali, il commissariamento viene ascritto ai dipendenti. E il piano industriale vacuo e incerto, le strategie suicide e le amministrazioni delinquenziali dimenticate. Tanto il capro espiatorio è stato da tempo designato. Sia quindi chiaro: non è un momento di giubilo. Non c’è nulla da festeggiare. Gli Alitaliani ne sono del tutto consapevoli. Ma non ci sarebbe stato nulla da festeggiare comunque. Per essere precisi, i lavoratori, che nel 2008 sono stati dipinti come mostri privilegiati, responsabili dei fallimenti della compagnia, ovviamente non sono né strapa

Alitalia: l'accordo di Pasqua

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E così si consumava la triste vicenda di Alitalia, proprio mentre il Lussuoso Fred s i riprendeva in video facendosi massaggiare la chioma e le spalle da una compiacente assistente di volo presso la Training Academy della compagnia, il cui management, dopo aver persino imposto, con umorismo macabro, a gente vestita di rosso e verde di indossare biancheria intima di colore neutro o bianco   procedeva con la capillare e dispendiosa opera di rieducazione del personale, continuando imperterrito, incurante del clima di catastrofe imminenete, a somministrare corsi insulsi quanto costosi ai demotivati lavoratori. Come da tradizione, rigorosamente di notte, nell’uovo di Pasqua per i dipendenti era nascosto l’annunciato epilogo. Un preaccordo su un piano che di industriale ha veramente poco e che si riduce semplicemente nell'ennesimo taglio del costo del lavoro, con tanto di esuberi, riduzione degli stipendi e peggioramenti normativi.   L’unica cosa che risulta evidente è l