Dovete Fallire!!!!!
(...a proposito, ma Costanza che fine ha fatto? Ha poi accettato
la proposta di matrimonio dell’ammiratore Facebook, il sostenitore devoto dichiaratosi apertamente sui social?)
Appena letto un tweet di Ansa a proposito di uno sciopero del personale addetto alla
sicurezza che ha paralizzato il traffico aereo in Germania, la mia mente è precipitata verso i possibili funesti scenari. Durante lo sciopero dei controllori di volo della settimana scorsa - (di cui,
per inciso, Alitalia ed il suo intero staff erano vittime e non artefici) la compagnia ha pubblicato sui social alcuni avvisi destinati ai passeggeri coinvolti offrendo loro un servizio di informazione e riprotezione. Il fatto ha suscitato l'immancabile sollevazione dei molti detrattori, pronti a reagire veementemente a ‘la qualsiasi’ ( le ceneri vulcaniche, lo tsunami
thailandese, il ciclone nei Caraibi, la terza guerra mondiale; tuttavia anche un semplice “buone
feste” o un “oggi tempo bellissimo a Roma/Milano/Catania/New York” è fonte di
ispirazione per gli aggressori compulsivi ) e che, in genere, si dirime nei seguenti contenuti: avete i prezzi troppo alti, il personale ha
l’accento romano, siete pessimi, siete raccomandati, ho chiesto un rimborso e
ancora non me l’avete dato, mi avete smarrito il bagaglio, vi paghiamo noi. Il blocco del traffico aereo nella efficientissima Germania ha sicuramente portato alla cancellazione di alcuni voli (di nuovo per motivi indipendenti
dalla volontà e dall'efficienza della compagnia, ma questo per i più è un trascurabile
dettaglio) e questo rischia di tradursi in un'ottima ulteriore occasione per sfogare il proprio
pervicace e malevolo disappunto, quello becero, misto ad un acuto rancore, con un quid di rivalsa sociale che di questi tempi
è tanto trendy, e che di solito si palesa nell'aggressione verbale verso il
malcapitato di turno (che è sì pagato per offrire un servizio, ma non abbastanza per essere oggetto di maleducazione): perché la frase canonica con
cui si chiude (o si apre) qualsiasi tipo di rimostranza verso Alitalia (che in
questo si differenzia dalle altre compagnie) è “dovete fallire” possibilmente scritto in caps lock e in grassetto,
o urlato in praesentia, indirizzato all'infelice addetto, virtuale o reale. Perché sia chiaro, ahinoi, ciò non accade
solo sui social.
Sono stata testimone diretta di molti "dovete fallire" compulsivi (una sorta di reazione pavloviana) urlati da “ospiti”
irritati dalla scoperta che la loro bibita preferita era terminata o dall'annuncio di ritardi
dovuti a cause imprevedibili (appunto,
eruzioni vulcaniche, nevicate in aree tropicali, attentati terroristici), o da
motivi ancora più futili, come il momentaneo distacco dell'alimentazione elettrica, 120 secondi di penombra che non hanno apportato danni alla regolarità del volo, persino per un atterraggio avvenuto in anticipo. Tocca ammetterlo, e questo
comunque non sminuisce l'eroismo degli addetti social della compagnia, nella
comunicazione non mediata la cosa si fa più complicata, perché la rispostaccia di
cui sopra, quella che preme per essere pronunciata, non può contare sulla possibilità di meditazione (cioè di soppressione dell'istinto omicida con un sano "machissenefrega"). La consapevolezza che l'interazione faccia a faccia non preveda tempi di raffreddamento, né la possibilità di rivedere, cancellare o modificare una risposta troppo diretta, implica un'unica soluzione
possibile, (che purtroppo è anche ciò di cui si fanno forti gli aggressori verbali): tacere,
fulminando l’assalitore con lo sguardo sperando vanamente che questo possa se
non ucciderlo perlomeno ferirlo, voltare le spalle e ritirarsi nei propri “alloggi”
(i galley degli aeroplani o le retrovie
dei banchi dei check-in delle informazioni o dei gate di imbarco) dove eventualmente costruire una bambola di cera
con le sembianze dell’amabile cliente e trafiggerla con gli spilloni che tutti dovrebbero avere in
dotazione per tali casi. Mi sono chiesta quante volte di fronte a
disservizi ho augurato al malcapitato lavoratore di fronte il fallimento. Spero
sinceramente di non averlo mai fatto poiché sebbene il lavoratore in quel
momento rappresenti un’azienda è proprio lui quello a cui si sta augurando la perdita
del lavoro, la disoccupazione, l’indigenza e tutte le funeste conseguenze legate al fallimento della propria organizzazione.
Confesso: non ho controllato sui social se l'annuncio dello sciopero degli addetti
alla sicurezza degli aeroporti tedeschi ha fornito lo spunto per un altro paio
di amabili “dovete fallire”. Non ce la posso fare. Mi trattengo a stento sui social dal rispondere
cercando di spiegare la complessità del trasporto aereo, il suo dipendere da
una quantità innumerevole di enti e fattori di variegata natura, e di cercare
di far notare che, nonostante tutto, di solito le operazioni sono più o meno
regolari. Ma sarebbero battute sprecate: diciamo pure che è diventata lecita l’invettiva
grazie a una reputazione bislacca in parte meritata e in parte attribuita anche
in modo arbitrario all'azienda in oggetto e ai suoi dipendenti, che forse
sarebbe il caso di rivedere con un minimo di oggettività e con quel poco in più di rispetto nei
confronti delle persone che vi lavorano. E, permettetemi di aggiungere che l'aggressione verbale a persone che non possono rispondere pan per focaccia non è proprio indice di ardito coraggio.
In questa realtà variegata e social, si stanno perdendo di vista
sia la forma che i contenuti, e forse, dico forse, sarebbe il caso di ritornare
sui propri passi, verso una comunicazione tranquilla e biunivoca: verso una
comunicazione, insomma, che sia degna di questo nome. Perché le rimostranze si possono e si devono fare, ma circostanziate e nel rispetto dell'interlocutore.
Buongiorno,spero di non essere inappropriato.Allego un link dove si spiega passo a passo, come ottenere in modo semplice, un rimborso dalla compagnia aerea.Forse a qualcuno dei lettori di questo post potrà interessare.
RispondiEliminahttps://trickytravels.altervista.org/rimboso-volo-come-fare/